I teatri di Artaud

Crudeltà, corpo-mente

La parabola artistica di Artaud (1896-1948) segna indiscutibilmente la storia e l’evoluzione del teatro del Novecento.

«Attore inaffidabile e regista più ricco di idee che della capacità di realizzarle», Artaud è riuscito a incarnare nella propria persona estremi e paradossi, perpetrando un’esperienza teatrale a tutto tondo, mosso dal convincimento per cui l’arte, e il teatro in particolare, non sia mera imitazione della natura, ma un «mezzo per rifare la vita».

Il volume approfondisce la visione artistica del grande autore francese, analizzandone tutte le principali declinazioni in ambito teatrale (dal rapporto con l’Oriente al particolare confronto con il teatro di Stanislavskij), e costituisce non solo un esauriente ritratto dell’artista, ma anche un fondamentale studio del teatro del Novecento.

Franco Ruffini

Ha insegnato Discipline dello Spettacolo nelle Università di Bologna, Bari e Roma Tre.

È stato uno dei fondatori dell’Ista (International School of Theatre Anthropology), ideata e diretta da Eugenio Barba.

Fa parte della redazione di «Teatro e Storia».

Allo studio del Rinascimento (Teatri prima del teatro. Visioni dell’edificio e della scena tra Umanesimo e Rinascimento, Bulzoni, Roma 1983), ha affiancato quello del Novecento, realizzando studi sui più importanti autori e teorici del teatro.

Tra le sue pubblicazioni sull’argomento: I teatri di Artaud. Crudeltà, corpo-mente, Il Mulino, Bologna 1996; Stanislavskij. Dal lavoro dell’attore al lavoro su di sé, Laterza, Roma-Bari 2003; Craig, Grotowski, Artaud. Teatro in stato d’invenzione, Laterza, Roma-Bari 2009; L’attore che vola. Boxe, acrobazia, scienza della scena, Bulzoni, Roma 2010.