Cue Press, teatro online
Tatiana Tommasetta, «Corriere di Romagna».
Mattia, che cos’è la Cue Press e da dove nasce l’idea?
Cue Press rappresenta, sul mercato italiano, la prima casa editrice di argomento teatrale a operare principalmente nell’ambito del digitale. Il cartaceo sarà ‘rispolverato’ per alcuni materiali di eccellenza e laddove ci siano le condizioni per garantire la qualità del manufatto.
L’idea è nata osservando lo stato di crisi in cui versa l’editoria teatrale italiana: problemi di liquidità, difficoltà distributive…
Abbiamo pensato di sfruttare l’agilità e i minori costi garantiti dal digitale per strutturare un progetto di casa editrice e network teatrale: andare a recuperare in e-book titoli non più disponibili sul mercato (testi di studio ma anche opere drammaturgiche) e creare una comunità/magazine che ravvivi il dibattito all’interno del mondo del teatro. La casa editrice si muoverà inizialmente su due binari: da un lato il ripescaggio di opere di ampio respiro e la proposta di novità assolute, dall’altro la produzione di nuovi studi molto brevi e di argomento molto specifico, un formato che sta avendo un discreto successo nell’ambito del digitale. Una parte importante del progetto editoriale è legato alla traduzione, anche in più di una lingua, dei testi proposti all’interno del nostro catalogo e alla loro distribuzione sul mercato estero. Viceversa, tradurremo e pubblicheremo opere straniere ancora inedite in Italia.
Come sta andando rispetto alle vostre aspettative?
Meglio di quanto potessimo sperare alla partenza. L’entusiasmo con cui il progetto è stato accolto da accademici, studenti, attori e registi, ma anche appassionati di teatro, ci dà la sensazione di stare facendo qualcosa di importante, oltre a essere la benaugurante conferma circa la bontà dell’idea. A ciò si deve aggiungere l’entusiasmo che ha suscitato nelle istituzioni e la generosa risposta delle forze produttive del territorio: penso allo slancio dell’amministrazione imolese, penso agli assessori Galavotti e Bondi, alla Banca di Imola e alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna e ad altre realtà legate al mondo della cultura come il Teatro Stignani e la Bim, ma anche Ravenna Teatro e l’Alma Mater. Nel nostro catalogo, pubblicheremo alcuni tra i più importanti studiosi di teatro dal dopoguerra a oggi e, in molti casi, presenteremo le loro opere maggiori e già attese. Il digitale permetterà inoltre di sviluppare una strategia internazionale che nel cartaceo era complessa, se non impossibile. L’intento è quello di coniugare il contributo e la memoria di artisti e studiosi di assoluto rilievo, garantendo un’altissima qualità del prodotto. Infatti grazie all’intesa con Chia Lab, nota web agency bolognese, Cue Press sarà nelle condizioni di seguire lo sviluppo tecnologico delle proprie pubblicazioni ben oltre il semplice formato e-pub, che rappresenta oggi il formato più diffuso nell’ambito dell’editoria digitale.
Come si inserisce il vostro progetto nella crisi di mercato che l’Italia vive oggi e perché funziona?
Funziona perché risponde a esigenze primarie. Il fatto che ciò avvenga aprendo nuove strade è merito nostro e di chi ci ha sostenuto. È un progetto che tenta di ridefinire il rapporto tra autore ed editore, nella direzione di un ‘lavoro comune’ e di un ‘comune profitto’, che intende creare occupazione giovanile, mescolando una grande attenzione alla cultura (locale e nazionale), una forte spinta innovativa e tecnologica, insieme a una importante ricaduta sul territorio. A questo si aggiungerà una diffusione in ambito italiano ed europeo. Cultura, innovazione e questione giovanile si intrecciano qui in maniera molto stretta.
Cosa vi aspettate dal futuro?
Ovviamente che il mercato italiano si allinei a quello di altri paesi dove il digitale ha ormai superato il cartaceo. Contiamo di essere sempre nelle condizioni di proporre un’offerta tecnologica di alto livello, che renda la lettura ancora più entusiasmante. Significa trovare una forma adeguata ai contenuti di così alto valore, l’anima di Cue Press. Per questo speriamo di contare ancora sul sostegno del nostro territorio e soprattutto sull’entusiamo delle persone.