«Nel nome di Dioniso», recensione di Michele Olivieri (La Nouvelle Vague Magazine)

Michele Olivieri, «La Nouvelle Vague Magazine», 8 giugno 2022

Come si legge nel sito istituzionale della casa editrice di Imola «(...) alla fine del 2012 intorno a Mattia Visani, ultimo autore della Ubulibri di Franco Quadri, nasce la prima casa editrice digital first interamente dedicata alle arti dello spettacolo.

«Un laboratorio di idee per costruire modelli nuovi per l’editoria e moderne modalità di produzione culturale. A fronte di una materialità che va assottigliandosi sempre di più, non pensiamo il libro come oggetto ma come pro-getto. Sfruttando l’agilità del digitale, Cue Press propone il meglio della produzione viva di settore, in vista di un pubblico che esiste ed è reattivo, ma non raggiunto – e forse non più raggiungibile – dai metodi dell’editoria tradizionale».

Proprio per questa particolarità adottata da Cue, cioè il pubblicare sia in digitale che su carta (secondo il desiderio e l’esigenza del lettore), il ricco catalogo fornisce una moltitudine di titoli di primissimo piano, toccando disparati argomenti con un unico comune denominatore, la qualità dei contenuti.

Nel presente libro (collana I Saggi del Teatro, 312 pagine) si riscontrano i principali fondamenti del mondo teatrale nell’Atene classica. Si parla dell’attore, del coro, senza tralasciare maschere e costumi, le macchine teatrali e l’attrezzeria, gli edifici teatrali e i festival, il pubblico, e al contempo si toccano i testi, con un’ampia sezione dedicata ad Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane e Menandro.

Non mancano le note musicali e negli apparati finali una bibliografia ed un indice dei nomi e delle opere. L’autore così dona una lettura scorrevole, agile e con illuminata singolarità consegna un excursus storico e culturale del teatro greco, senza adombrare riferimenti a quello moderno.

Il titolo fa riferimento alla convinzione che il teatro greco abbia fatto la sua comparsa grazie alle feste religiose in onore di Dioniso. Infatti gli studi ci riportano al VI secolo a.C., periodo in cui si fa risalire l’origine del teatro che fino all’era ellenistica (III-I sec. a.C.) si basava completamente sul culto della divinità (Dioniso inizialmente fu associato al dio arcaico della vegetazione, per poi essere aggregato all’estasi, al vino, all’ebbrezza, e alla liberazione dei sensi).

Pagina dopo pagina, Umberto Albini, con la sua opera di carattere argomentativo, documenta particolari studi e ricerche sul tema del teatro (ed anche perché fosse così particolarmente importante allora; ed oggi così valido a comprendere la società ateniese, anche detta ‘l’età d’oro della città’) tastando con fascino l’intero mondo greco.

Umberto Albini ha insegnato nelle università di Bonn, Colonia e Firenze, divenendo infine direttore del Dipartimento di Filologia Classica presso l’Università di Genova. Fra i massimi esperti e traduttori del teatro classico, è stato presidente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Tra i suoi saggi si ricorda: Riso alla greca, Testo e palcoscenico. Divagazioni sul teatro antico, Atene: l’udienza è aperta, Euripide o dell’invenzione.