Vsevolod Ėmil’evič Mejerchol’d
33 svenimenti
L’ultimo spettacolo di Mejerchol’d
Tra il 1934 e il 1935, pur all’inizio del terribile periodo della persecuzione staliniana, Mejerchol’d torna alla leggerezza del teatro di Anton Čechov, mettendo in scena tre brevi atti unici (L’anniversario, La domanda di matrimonio e L’orso): sarà l’ultimo spettacolo prima del suo assassinio.
Accomunati dal leitmotiv dello svenimento (di cui Mejerchol’d ne conta appunto trentatré), questi tre testi di mirabile comicità e dinamismo divengono nuove occasioni per veicolare un credo teatrale in cui attore, scena e testo creano un’armonica unione nella recitazione sul palcoscenico.
Il presente volume alterna gli atti unici di Čechov ai resoconti delle prove di Mejerchol’d con i suoi allievi, appunti che ci consegnano la voce e gli insegnamenti di uno dei più influenti registi teatrali del Novecento.
A cura di Fausto Malcovati.
Vsevolod Ėmil’evič Mejerchol’d
Nato nel 1874 a Penza, esordisce come attore nella compagnia del Teatro d’Arte di Mosca.
Nel 1905, al Teatro D’Arte di Stanislavskij, organizza una nuova compagnia: nasce così l’importante periodo del Teatro Studio di Mosca.
Lavora poi stabilmente a Pietroburgo, fino allo scoppio della rivoluzione bolscevica.
A partire dal 1920, rivisita in chiave rivoluzionaria classici del teatro russo.
Negli anni Trenta, viene accusato di tendenze contrarie al realismo socialista e i suoi spettacoli vengono vietati.
Tacciato di estraneità e ostilità alla società sovietica, nel 1940 viene giustiziato tramite fucilazione.
Fausto Malcovati
È docente di Lingua e Letteratura Russa all’Università di Milano, traduttore e critico teatrale, e uno dei massimi esperti di teatro e cultura russa.
Oltre ad aver tradotto tutto il teatro di Čechov e ad aver lavorato sugli scritti teorici dei principali maestri della regia, quali Stanislavskij, Mejerchol’d e Vachtangov, si è occupato di simbolismo russo, in particolare nelle opere di Vjaceslav Ivanov e di Valerij Brjusov, e della narrativa russa della seconda metà dell’Ottocento, con monografie e saggi dedicati a Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj.
Nel 2016 vince il premio Ubu per il valore della sua ricerca.