Anton Pavlovič Čechov
Tutto il teatro
Platonov
Ivanov — Commedia
Ivanov — Dramma
Spirito del bosco
Il gabbiano
Zio Vanja
Tre sorelle
Il giardino dei ciliegi
Sulla strada maestra
I danni del tabacco
Il canto del cigno
L’orso
La domanda di matrimonio
Tragico suo malgrado
Le nozze
Tat’jana Repina
La notte prima del processo
L’anniversario
Tutto il teatro di Čechov è qui raccolto in unico volume che offre al pubblico italiano, per la prima volta, l’intero arco della sua produzione drammaturgica: dai giovanili lunghi drammi, Platonov, Spirito del bosco, Ivanov (quest’ultimo testo riportato sia nella prima versione del 1887, che nella seconda largamente riscritta del 1889), passando per gli ironici atti unici (come L’orso, L’anniversario, Una domanda di matrimonio, Le nozze), fino a Il gabbiano, Zio Vanja, Tre sorelle e Il giardino dei ciliegi, capolavori universalmente conosciuti.
Čechov, anticipando temi fondamentali della drammaturgia moderna, modella i suoi testi teatrali sulle piccole pene umane e sul tragico quotidiano, in un’architettura scenica dove, fra incontri, separazioni e addii, si muovono personaggi alla ricerca di una ragione di vita e spesso destinati all’incomunicabilità.
A cura di Fausto Malcovati e Roberta Arcelloni.
Anton Pavlovič Čechov
Nato a Taganrog nel 1860, si trasferisce a Mosca nel 1879 per studiare medicina e contemporaneamente inizia a scrivere brevi racconti umoristici che hanno subito notevole successo.
Nel 1885 Aleksej Suvorin, l’editore e direttore del più importante giornale del tempo, «Novoe Vremja», gli offre una collaborazione ampia e continuativa.
Da quel momento il medico-scrittore conferma la sua notorietà letteraria con una serie di grandi racconti come La steppa e Corsia n. 6.
A partire dal 1887, il teatro occupa una parte sempre più grande della sua attività con grandi successi come Il gabbiano (che segnerà per sempre l’immagine e la fama mondiale del Teatro d’Arte di Mosca), cui seguono, benché egli sia sempre più debilitato dalla tubercolosi, Zio Vanja, Tre sorelle e Il giardino dei ciliegi che lo consacrano (ben prima della sua morte, avvenuta nel 1904), come autore tra i più apprezzati in patria e in Occidente.