Titina De Filippo

L'artefice magica

Titina De Filippo intraprese fin da bambina la strada dell’arte, assaporando i primi applausi all’ombra di Scarpetta e trasformando in mestiere quel gioco che condivideva con i fratelli più piccoli, Eduardo e Peppino.

Trascorse la sua giovinezza pronta ad afferrare ogni insegnamento e a convertirlo in esperienza e profitto, arrivando infine a conquistare le platee grazie alla sua serietà e autenticità d’arte.

Il volume si occupa di indagare e, per quanto possibile, di ricostruire nella sua complessa eterogeneità, il percorso artistico di Titina senza disperdere quell’alone di magia che ha ammantato la sua figura di attrice, e che qui diviene la chiave di molteplici percorsi di indagine.

A Titina la parola quasi non occorreva, le bastava il silenzio – come sempre fu per le grandi attrici – per esprimersi tutta.

Simona Scattina

È ricercatrice di Discipline dello spettacolo presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.

Si occupa prevalentemente di drammaturgia del Novecento e di drammaturgia siciliana contemporanea secondo prospettive di ricerca interdisciplinari, che tengono conto delle acquisizioni della visual culture e dei performing studies.

Particolare attenzione ha anche riservato alle pratiche di archiviazione della memoria teatrale.

È autrice dei libri Il Sergente di Marco Paolini. Epica, memoria, narrazione (Bonanno, 2011); Storie dipinte. I cartelli della Marionettistica fratelli Napoli (Algra, 2017) e «Non tutti vissero felici e contenti». Emma Dante tra fiaba e teatro (Titivillus, 2019). 

Fa parte della redazione di «Arabeschi – Rivista internazionale di studi su letteratura e visualità» e, per i Quaderni di Arabeschi, ha pubblicato lo studio: Carlo Ludovico Ragghianti e i linguaggi della visione (Duetredue, 2017).