Cue Press, il teatro in ebook e su carta

Anna Bandettini, «La Repubblica».

Le case editrici di spettacolo sono rare ma tenaci. Basterebbe citare la Ubulibri di Franco Quadri che ha resistito indomita fino alla morte del suo fondatore e che ci ha fatto conoscere i migliori testi della drammaturgia contemporanea. Oppure la Casa Usher con il grande lavoro che sta compiendo su Grotowski con tutti gli scritti del maestro polacco tradotti e a cura di Carla Pollastrelli.
Si distingue ora la Cue Press per lo sguardo lungo in avanti, ma anche l’interesse storico dei suoi titoli e per la velocità di azione, perchè Cue pubblica sia in digitale che su carta a scelta del lettore. La dirige Mattia Visani, cresciuto al Teatro Stabile di Torino come attore e regista.

Tra i libri della Cue io ho molto amato la ristampa di Teatri romani di Nicola Savarese che ci fa sentire e conoscere ‘da vicino’ le forme di spettacolo antiche, e in particolare quelle forme da cui ebbe origine il teatro inteso come esibizione ludica più che come rito legato alla religione e/o alla polis. Il libro di Savarese si inserisce in un catalogo già ricco di studi storici importanti. Tra gli autori: Fabrizio Cruciani, Eugenia Casini Ropa, Marco De Marinis, Clelia Falletti, Raimondo Guarino, Gerardo Guccini,Fausto Malcovati, Lorenzo Mango, Laura Mariani, Ferruccio Marotti, Claudio Meldolesi, Cesare Molinari, Franco Ruffini, Mirella Schino, Ferdinando Taviani, Alessandro Tinterri, Ludovico Zorzi.

Tra le pubblicazioni più recenti: Familiae con tre testi di Tindaro Granata, Antropolaroid, Invidiatemi come io ho invidiato voi, Geppetto e Geppetto, quest’ultimo destinato a diventare il nuovo spettacolo dell’attore/autore siciliano. Così viene presentato il testo: 1 papà + 1 papà = un figlio?: ovvero, il sogno di avere un figlio da parte di una coppia di omosessuali, messo a duro confronto con lo sguardo degli altri e di una società condizionata e impaurita dalla sfida grande che comporta l’amare. Il testo è curato da Damiano Pignedoli, con una postfazione di Carmelo Rifici.