Cue Press, la ribalta digitale del teatro

Nicola Arrigoni, «Pac - Magazine di Arte e Cultura».

Sta portando avanti una piccola e grande rivoluzione, sta cambiando l’editoria teatrale divisa fra l’urgenza dell’attualità e la possibilità di dare corpo a instant book che leghino pagina scritta e spettacolo, ma anche con un’attenzione alla memoria, che in campo editoriale vuol dire rimettere in circolo libri ormai introvabili. Sembra essere questa in estrema sintesi la ‘rivoluzione’ che sta portando avanti la casa editrice Cue Press di Mattia Visani, autore della UbuLibri di Franco Quadri che ha deciso di dare vita alla prima casa editrice digitale dedicata alle arti dello spettacolo. Quest’intuizione si sta rivelando feconda, intuizione che Visani definisce come «un laboratorio di idee per costruire modelli nuovi per l’editoria e moderne modalità di produzione culturale. A fronte di una materialità che va assottigliandosi sempre di più, non pensiamo il libro come ‘oggetto’ ma come ‘progetto’. Sfruttando l’agilità del digitale, proponiamo il meglio della produzione viva di settore, in vista di un pubblico che esiste ed è reattivo, ma non raggiunto – e forse non più raggiungibile – dai metodi dell’editoria tradizionale».

In questo senso Cue Press rappresenta un’autentica novità. E allora accade che mentre al Carcano è in scena Due donne che ballano di Josep Maria Beneti Jomet con Maria Paiato, Arianna Scommegna dirette da Veronica Cruciani sia possibile avere da subito un confronto diretto con il testo dell’autore catalano, la storia intensa, vera, dura del rapporto fra due donne: un’anziana signora e la sua badante. Ma la stessa cosa è accaduta con Sweet Home Europa di Davide Carnevali, uscito mentre a Roma faceva discutere l’allestimento firmato da Fabrizio Arcuri e realizzato dall’Accademia degli Artefatti. È questa una tattica inaugurata con Visita al padre di Roland Schimmelpfenning, uscito in contemporanea con l’allestimento prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e diretto da Carmelo Rifici nel gennaio 2014. Tutto ciò per dire che con Due donne che ballano – fresco fresco di ‘stampa’ si fa per dire – Cue Press intende dare un supporto concreto e facilmente accessibile: sia per il mezzo ebook, formato pdf e versione stampata on demand alla drammaturgia in scena, finendo con affiancarsi alla vita stessa degli allestimenti e con prezzi di copertina abbordabili, meno di un libretto di sala, osserverebbero coloro che ricordano come i programmi di sala in alcuni casi fossero, un tempo, pubblicazioni degne di essere conservate. E sempre per rimanere nella più stretta attualità non si può non citare l’uscita del volume di Lino Musella e Paolo Mazzarelli, Strategie fatali, «ovvero tre storie che si intrecciano, sette attori, sedici personaggi, riuniti in un’unica multiforme indagine, all’interno di un’unica cornice, quella di un teatro. A scontrarsi sono le ‘strategie’ del presente (il terrore, la pornografia, la comunicazione mediatica) con alcune questioni eterne ed esistenziali (la presenza del male, l’illusione e la realtà del vivere, ancora il Teatro). L’opera è liberamente ispirata a Otello di Shakespeare e a Les strategies fatales di Jean Baudrillard», si legge nelle note di accompagnamento al volume. E il libro arriva a poche settimane di distanza dal riconoscimento assegnato dal trimestrale Hystrio a Lino Musella, nell’ambito dei Premi Anct 2015; ancora una volta un motivo di cronaca che rende tempestiva e mirata l’azione editoriale di Cue Press.

E fin dalla sua fondazione Cue Press e Mattia Visani hanno mostrato di avere le idee chiare e di intuire con determinatezza le potenzialità del digitale: «Cue Press nasce, infatti, con la decisa intenzione di sfruttare l’agilità e l’economia del digitale per permettere il recupero di testi fondamentali non più disponibili, rilanciandoli sulla base delle nuove economie offerte dal digitale – continua Mattia Visani. Il progetto di recupero andrà di pari passo con la proposta di novità di altrettanto valore, in vista di un pubblico che esiste ed è reattivo, ma non è più raggiunto — e forse raggiungibile — dai metodi dell’editoria tradizionale. L’intento è quello di coniugare il contributo e la memoria di artisti e studiosi di assoluto rilievo, garantendo un’altissima qualità del prodotto e il massimo dell’offerta tecnologica. Il progetto è orientato alla scalabilità, in termini economici, e alla riproducibilità verso rami del sapere sempre nuovi». Con questa consapevolezza Cue Press sta portando aventi un’azione di politica editoriale e comunicativa che al fianco dei testi di Tindaro Granata raccolti nel volume Familiae, propone – anche questa una novità fresca di clic – I mille volti di Salomè di Cesare Molinari in cui lo storico del teatro ripercorre e analizza il mito di Salomè, il primo spogliarello della storia inventato niente meno che dai Padri della Chiesa e che nel corso di due millenni ha vissuto storie diverse, diventando simbolo di valori anche contraddittori: devozione filiale, intrigo politico e perfino fede cristiana. Il libro ripercorre la tappe di questa ‘danza’ attraverso i secoli, ne ripercorre i volti: cento inserti illustrati e più di trecento opere citate, tra quadri, affreschi, incisioni, disegni, fotografie, film e spettacoli. Il volume di Cesare Molinari è l’ultimo di una serie di saggi che la casa editrice ha proposto fin dalla sua nascita come i volumi La Calandria di Franco Ruffini, piuttosto che La Parola Alta di Paolo Puppa dedicato al teatro di D’Annunzio e di Pirandello, o al saggio di Nicola Savarese, Teatri romani, solo per fare qualche titolo.

Nell’immediatezza dell’editare, nella possibilità di ovviare a diversi formati editoriali con il cartaceo come lusso, Cue Press si offre come ‘ribalta digitale’ delle arti performative con un’attenzione non scontata alla saggistica e alla volontà – diritti editoriali permettendo – di recuperare la memoria della saggistica teatrale, di recuperare una riflessione sulle arti performative legate ad autori e ricerche dell’accademia italiana, ma che per autorevolezza e intuito hanno felicemente superato le mura dell’università per farsi patrimonio comune, un patrimonio di idee e parole che spesso risulta difficilmente reperibile e che Cue Press – complice la rivoluzione digitale e la sua liquida accessibilità – mette in circolo. In questo senso l’azione editoriale inventata da Visani si fa non semplice prodotto editoriale, ma opportunità per diffondere online idee, punti di vista, provocazioni come quelle sempre intelligenti e dotte di Marco Martinelli che firma Farsi luogo ovvero 101 varchi per entrare nel teatro, per andare a toccare le verità sondabili e illuminanti che stanno dietro l’arte della scena e dell’attore: nella consapevolezza che come scrive Martinelli: «che la vita e l’arte non sono separabili, mai: che la ferita inferta a un essere umano è come sfregiare la Cappella Sistina. Non è questione di galateo e buone maniere. È il punto, il punto infuocato dentro di noi!». Proprio le parole scritte ma evocate all’oralità di Martinelli – che con Farsi luogo compone un poemetto in prosa di idee e vite teatrali – aiutano a ben inquadrare lo spirito che muove la ribalta digitale di Cue Press, ovvero ‘farsi luogo’ per costruire uno spazio di riflessione, documentazione, circolazione di idee legate alle arti performative: teatro e danza che nell’epoca della riproduzione seriale, della comunicazione sempre mediata sono spazi e tempi del confronto diretto fra corpi e anime che si incontrano. E non è poca cosa.