Nelle recensioni di Palazzi il peggior cinema anni ’70 con uno sguardo ironico
Barbara Belzini, «Libertà di Piacenza», 11 marzo 2022
Presentato al “Filo” il libro postumo “Esotici, Erotici, Psicotici” del critico del Corriere
Le belle voci di Tindaro Granata e Mariangela Granelli, in una pausa dalle prove di Lo zoo di vetro andato in scena in questi giorni al Municipale con la regia di Leonardo Lidi, hanno accompagnato il pubblico del Teatro Filodrammatici all’interno del libro Esotici, Erotici, Psicotici. Il peggio degli anni Settanta in 120 film di Renato Palazzi, critico teatrale e giornalista grande amico di Teatro Gioco Vita che ha ospitato l’evento alla presenza della moglie Rossella e introdotto da Giancarlo Spezia.
Pubblicato recentemente da Cue Press nella collana «I Saggi del cinema», il libro (uscito postumo, Palazzi è mancato nel novembre del 2021) è una raccolta di recensioni scritte da Palazzi tra il 1974 e il 1978 per il Corriere della sera, un ritratto degli anni Settanta attraverso la lente del cinema trash di quel periodo. Palazzi racconta nell’introduzione di come il responsabile degli spettacoli di quegli anni volesse intenzionalmente «rintuzzare le mie aspettative di giovane aspirante critico teatrale», affidandogli l’incarico di recensire titoli semi imbarazzanti lontanissimi anche da prodotti di serie B diventati nel tempo oggetti di culto come Giovannona Coscialunga: «non toccavano a me, evidentemente non ero ritenuto all’altezza. Il massimo a cui ho potuto aspirare è stato Esotika Erotika Psicotika, che aveva almeno qualche stramba pretesa intellettuale».
I pezzi, suddivisi in filoni narrativi come «Voyeurismo casareccio», «Anche in Europa lo fanno», «Sexycarceri e lager» raccontano un cinema di grana grossissima, sconvolgente se guardato alla luce del sentimento dei nostri tempi: si passa dalla recensione di Afrika erotika completamente infarcita di kappa al «dramma di sangue e passione in Sicilia» di Canne mozze, letta da Granata con accento siciliano, e ci restituiscono «un racconto fuori dal coro di un’epoca che ha dato i natali all’Italia di oggi - ha commentato l’attore -. Lo sguardo è ironico, distaccato, ma sempre puntuale: si capiva già allora che questo giovane critico sarebbe stato l’intellettuale di riferimento del teatro italiano».
Saranno pure di serie Z, ma in alcuni di questi film si trovano personaggi (a volte già famosi all’epoca) che poi saranno fondamentali per il cinema e per lo spettacolo italiano, come in Grazie tante e arrivederci, che nel cast annovera Carmen Villani, Franca Valeri, Vittorio Caprioli, Mario Scarpetta e Memmo Carotenuto.
È entrata dalla parte del pubblico Mariangela Granelli ed è arrivata sul palco per leggere la postfazione della giornalista e critica cinematografica Cristina Battocletti che sottolinea il terribile cattivo gusto dell’epoca e il pattume televisivo e cinematografico riservato alla generazione nata negli anni ‘70: «Quei trafiletti su cui il suo giornale lo costringeva a recensire pellicole inqualificabili - scrive Battocletti - si sono trasformati in una specie di Fort Apache del buon gusto e dell’indignazione. Pensavano di fargli un torto (e glielo facevano), ma in quelle poche righe Palazzi metteva in atto la sua personale Resistenza al decadimento morale senza fare moralismi».