Tu es libre di Francesca Garolla

Maria Dolores Pesce, «Dramma».

Leggere un testo e vedere uno spettacolo sono modi diversi, talora molto diversi, di rendersi conto intimamente della realtà che ci circonda, ci penetra e spesso si nasconde nella nostra memoria trasformandosi a volte anche in falsa conoscienza, di rendercene conto dunque per poterlo smascherare questo esserci che siamo, consapevolmente e inconsapevolmente.
Qualche volta però, raramente, sono modi diversi ma sovrapposti e quasi combaciano, come in questo caso ove il testo sembra portare con sé, quasi incorporandolo, lo spettacolo stesso, evocandolo fin quasi a suggerirlo.
È un bel testo infatti, potente ed evocativo, che si muove con sapienza sul filo del nostro rifiuto, il rifiuto di un mondo in guerra che crediamo non ci appartenga, forzandolo, questo rifiuto, fino a farci diventare una parte di quel mondo, un protagonista comunque, volente o nolente, complice oscuro o evidente strenuo avversario. Un testo che è un interrogativo dunque, un interrogativo che lo titola e lo percorre, riguardandoci. 
Perchè Haner è partita per la Siria offrendo la sua vita? Fino a che punto la libertà, o se così vogliamo chiamarla, il libero arbitrio consente la scelta di rinunciare alla libertà stessa e alla vita nostra e degli altri? Queste le domande, le risposte riguardandando la scena e gli spettatori, ovvero qui i lettori.
Esce per I testi di Cue Press questa scrittura di Francesca Garolla, drammaturga di Teatro i di Milano, segnale di una maturazione in corso e frutto di un percorso e di un contesto europeo coordinato nell'iniziativa di Fabulamundi, accompagnato dagli interventi di Attilio Scarpellini e di Christian Raimo e dalle note di Renzo Martinelli, regista dello spettacolo ora in tournée.

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